domenica 5 giugno 2011

ELMER

Questa è una favoletta che da piccola adoravo e mi va di condividerla con voi:


ELMER L'ELEFANTE VARIOPINTO

 

C’era una volta un branco d’elefanti.

Elefanti giovani, vecchi, alti, grassi o magri.

Elefanti come questo, quello o quell’altro, tutti differenti e felici e dello stesso colore. Tutti all’infuori di Elmer.

 Elmer era diverso.

 Elmer era multicolore.

 Elmer era giallo, arancione, rosso, rosa, porpora, blu, verde, bianco e nero.

 Elmer non era color elefante.

Era Elmer che intratteneva il branco. Talvolta scherzava con gli altri elefanti, e qualche volta erano gli altri a scherzare con lui. Ma dovunque ci fosse un sorriso era Elmer che l’aveva acceso.

Una notte Elmer non riuscì a addormentarsi perché aveva un pensiero sciocco:era stanco di essere diverso. “

Non si è mai sentito di un elefante multicolore!” pensava. “ Ecco perché tutti mi ridono intorno.” All’alba,prima che gli altri si svegliassero, Elmer scivolò via.

Gironzolando nella giungla, Elmer incontrò molti animali.

Tutti dicevano:”Buongiorno, Elmer.” E ogni volta Elmer faceva un sorriso e rispondeva :” Buongiorno”.

Dopo una lunga passeggiata Elmer trovò quello che stava cercando: un grande arbusto pieno di bacche color elefante. Elmer afferrò l’arbusto con la proboscide
e lo scosse, lo scosse fino a far cadere a terra tutte le bacche.

Quando il terreno fu coperto di bacche, Elmer ci si rotolò in mezzo. Poi, con la proboscide multicolore, afferrò grappoli e grappoli di bacche e se li strofinò addosso fino a far sparire ogni traccia di giallo, di arancione, di rosso, di rosa, di porpora, di verde, di blu, di bianco e di nero. E alla fine Elmer sembrava un
qualsiasi elefante color elefante.

Elmer s’incamminò per tornare al suo branco. E sulla via incontrò i molti animali. Questa volta ogni animale disse:”Buongiorno, elefante.” E ogni volta Elmer sorrise dicendo:”Buongiorno”. Era felice di non essere stato riconosciuto.

Quando Elmer raggiunse il branco, tutti gli elefanti dormicchiavano e nessuno si accorse di Elmer che si infilò in mezzo a loro.

Dopo un po’ Elmer si accorse che c’era qualcosa che non andava.

Ma cosa? Si guardò in giro: la solita giungla, il solito cielo splendente, le  solite nuvole che tornavano di quando in quando e infine i soliti, proprio i soliti elefanti. Elmer li guardò. Gli elefanti se ne stavano fermi.

Elmer non li aveva mai visti tanto seri prima d’allora.E più guardava quei seri, silenziosi, immobili elefanti, più aveva molta voglia di ridere.

Alla fine non ne potè più. Alzò la proboscide e urlò a perdifiato:                       

                         BUM!

Colti di sorpresa gli elefanti saltarono in qua e in là, in su e in giù, e caddero da tutte le parti. E videro Elmer che scoppiava dalle risate.

“ Elmer “ dissero. “Quello deve essere Elmer.” E quindi anche gli altri elefanti si misero a ridere, e risero come non avevano mai riso prima.

Cominciò a piovere e la pioggia lavò Elmer che ritornò variopinto. E gli elefanti risero anche più forte. “

Oh, Elmer” disse un vecchio del branco. “Ci hai sempre fatto ridere, ma questa risata è la più bella di tutte. Non ci hai messo molto a tornare variopinto.”

“Dobbiamo festeggiare questo giorno ogni anno” disse un altro elefante. “Questo sarà il giorno di Elmer.

Tutti gli elefanti si tingeranno con i colori di Elmer, mentre Elmer si farà color elefante.”
Questo è proprio quello che fanno gli elefanti. Un giorno all’anno si tingono da capo a piede e sfilano in parata. Quel giorno, se ti capita di vedere un elefante color elefante, sai che si chiama Elmer.

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